A volte la scuola può darci lo spunto per alcune importanti riflessioni. Pubblichiamo qui di seguito un saggio breve di una studentessa ambientalista di Velletri tutto da leggere.
Durante la nostra vita abbiamo assistito, nostro
malgrado, alle cosiddette catastrofi "naturali” che hanno portato a perdite di moltissime vite umane.
Platone nel Timeo scrisse: < Molte cose e in molti modi sono avvenute e
avverranno le perdite degli uomini, le più grandi per mezzo del fuoco e
dell’acqua. > e racconta poi la metafora di Atlantide e il suo inabissarsi.
Nel mese di novembre, la Terra si è fatta sentire
particolarmente, con il tifone nelle Filippine e con l’alluvione della
Sardegna. Purtroppo di questi fenomeni ne
avevamo già sentito parlare ed ora i cambiamenti climatici in corso li rendono
particolarmente vicini, violenti e luttuosi. La notizia che mi ha sconvolto
maggiormente però è stata quella del lago prosciugatosi in 24 ore, un lago che
era sempre esistito e che improvvisamente è scomparso. L’uomo non sa spiegarsi
questo fenomeno innaturale.
Come scrive J.W. Goethe < La natura ci afferra nel
vortice della sua danza e ci trascina a se, viviamo in mezzo a lei, e le siamo
stranieri, agiamo continuamente su di lei e non abbiamo su di lei nessun
potere. Non conosce ne’ passato ne’ futuro, la sua eternità è il presente. >
Siamo impotenti a lei, secondo G.E. Rusconi dovremmo
investire nuove energie sul nesso tra natura e comunità umana. Ma non stiamo
investendo già troppo e male ? Ci ritroviamo a voler gestire la terra come una
cosa di nostra proprietà, deviando il corso dei fiumi, deforestando boschi,
costruendo in zone non adatte. Ma è veramente casa nostra ?
Il nostro sistema è fragile e come scrive E. Bancinelli
< Con la sua inclinazione di una ventina di gradi ci da il giorno e la notte
… tutto procede (quasi) regolarmente per una serie di combinazioni fortunate.
La terra è la nostra dimora, infinitamente meno fragile di noi, ma pur sempre
fragile e difesa soltanto dalle leggi della fisica e della improbabilità di
grandi catastrofi astronomiche … La verità è che, eccetto casi particolarmente
fortunati, noi non siamo ancora in grado di prevedere i terremoti ed i
maremoti.>
Anche Voodckoc scrive che la speranza di prevedere i
fenomeni naturali è più esile di quanto si creda. Io sono della loro stessa
opinione, dovremmo difendere la terra e trovare il modo di usare le risorse che
ci offre senza sfruttarla. < Infatti per agire non bisogna forse avere una
buona intelligenza della situazione e, inversamente, l’azione stessa non è
forse indispensabile per arrivare ad una buona comprensione dei fenomeni ? … Ma
l’universo, nella sua immensità, e la nostra mente, nella sua debolezza, sono
lontani dall’offrirci sempre un accordo così perfetto. Il mondo brulica di
situazioni sulle quali visibilmente possiamo intervenire, ma senza sapere
troppo bene come si manifesterà l’effetto del nostro intervento.> (R. Thon, “Modelli
matematici della metamorfosi”).
La Terra ci ospita, non è di nostra proprietà, dobbiamo
condividerla con piante, animali e con tutte le generazioni che verranno. Non
possiamo privare i nostri figli delle risorse e della terra di cui abbiamo
abusato. Abbiamo il dovere di difenderla e di evidenziare le sue bellezze
salvaguardandole.