sabato 16 luglio 2011

Due facce della stessa "medaglia"

Da "Rete Beni Comuni Raffaele Marchetti" pubblichiamo:

Su "Il Cittadino" del 9 luglio 2011, ci hanno colpito l'intervista a Daniele Ognibene e lo "Speciale" sugli antiparco.

Ad una prima e superficiale lettura, potrebbero sembrare due punti di vista completamente in contrapposizione. Al contrario sono uguali, figli di un profondo disagio in cui si trova la vecchia politica. Sono i reazionari che agonizzano. Il vento dei referendum e di alcuni risultati elettorali delle ultime amministrative, dimostrano come, la cosiddetta seconda Repubblica, sia ormai agli sgoccioli e con essa le sue metodologie e le sue tematiche. Quei due articoli sono l'espressione di un animale moribondo che cerca in qualche modo di sopravvivere utilizzando terminologie berlusconiane, mischiando calcio e politica, il tutto condito da informazioni parziali che addomesticano la realtà e dalle solite mille promesse. Non scendiamo nello specifico per non cadere nel trabocchetto della sterile polemica tanto cara a questa ormai defunta mentalità che li porta inesorabilmente ad una sorta di cannibalismo partitico. Ci preme solo sottolineare come esista un gigantesco scollamento tra chi ormai rappresenti solo se stesso ed il paese reale. Con i cittadini che si sono battuti fin dal primo momento contro la privatizzazione ed il profitto sull'acqua e da sempre contro il nucleare e per la legalità. E' l'Italia dei Comitati e delle Associazioni, del volontariato e dei singoli cittadini, del popolo della rete che intascano in un sol colpo 27.000.000 di SI ai 4 Referendum. E' quell'Italia che si batte per la difesa del Territorio: dalla Val di Susa allo Stretto di Messina !

Gli ultimi colpi di coda non basteranno a far sopravvivere il mostro ...

Avvertiamo le due facce che la loro "medaglia" sta rotolando ed è inutile scendere in corsa: certe facce non si dimenticano.

giovedì 7 luglio 2011

Dal Presidente della Repubblica al Consiglio di Stato: un coro di NO al restringimento dei confini del Parco !

Eravamo abituati alle sgangherate e false dichiarazioni dei membri del Comitato Falde del Monte Artemisio, ma nel corso della riunione svoltasi il 3 luglio scorso i toni degli intervenuti sono andati ben oltre la farsa. Secondo le testimonianze di alcune persone che hanno assistito alla manifestazione (alcune delle quali hanno dichiarato di non aver mai provato tanto disgusto nel corso di una pubblica assemblea) sarebbero state pronunciate le seguenti frasi: “Andiamo sotto la Regione e li facciamo a pezzettini come carne macinata” “l’abusivismo è un diritto: sulla mia proprietà faccio quello che mi pare”.

E’ evidente che nelle frasi sopra riportate si evidenzia la disperazione dei teorici e pratici dell’abusivismo che si erano illusi che con la Presidenza della Polverini e la nomina dell’Assessore Mattei, la Regione Lazio sarebbe tornata indietro rispetto alla perimetrazione Ravaldini: non considerando che il Presidente di una Regione e l’Assessore competente sono sottoposti alla legge e non intendono violarla. Le numerose sentenze del Tar a sostegno della perimetrazione sono state sostenute anche dal parere del Procuratore della Repubblica di Velletri che con la nota del 27 settembre 2010 ha ribadito “perfettamente corretta la interpretazione del Tar per cui si dovrebbe concludere per l’applicazione delle sanzioni penali previste in materia di caccia , edilizia e ambiente”. La Procura ha quindi ribadito l’applicabilità delle norme relative all’area protetta per tutto il territorio compreso nella perimetrazione Ravaldini. Ma anche il Consigli di Stato in data 7 dicembre 2010 ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da alcune associazioni di cacciatori contro l’Ente Parco ribadendo che “la perimetrazione adottata dall’architetto Paolo Ravaldini è da intendersi definitiva, integrativa di quella provvisoria di cui alla Legge regionale n. 2 del 13 gennaio 1984, Istituzione del Parco dei Castelli Romani”. Ed è stato respinto anche il ricorso presentato al Presidente della Repubblica dichiarato inammissibile con decreto del 22 febbraio 2011.

Ma nelle frasi dettate quindi dalla consapevolezza che ormai è stata messa una pietra tombale sull’argomento in quanto non è più possibile percorrere alcuna via giudiziaria, si coglie tutta la rabbia dei coloro che si erano illusi di poter andare contro una decisione che rispecchia il sentire comune di migliaia di cittadini e che interpreta l’essenza stessa dell’ente parco in quanto tutela un patrimonio non separabile, ma costituente una risorsa per la comunità.

L’istigazione a delinquere contenuta nella minaccia ai rappresentanti regionali di farli a pezzettini è precisamente una dichiarazione “pubblica di un evento criminoso diretto ed idoneo a provocare la violazione delle norme penali”; né meno grave è la negazione della legge contenuta nella frase “l’abusivismo è un diritto”.

Senza voler addentrarci nella materia non possiamo non auspicare che le forze dell’ordine (che pure erano presenti) informino dei fatti l’autorità giudiziaria: ormai la condotta del comitato che aveva già infranto le norme della civile convivenza, che aveva deriso il concetto di legalità, dell’educazione, che aveva offeso il lavoro e la competenza di coloro che sono in prima fila per la difesa del Parco, è entrata nella competenza del codice penale.

P.S. per pubblicizzare questa assemblea sono stati stampati manifesti affissi sui cassonetti di Velletri e di altri centri urbani: sempre in nome della legalità !

Rete Beni Comuni "Raffaele Marchetti" - La Spinosa, Velletri a 5 Stelle, Acqua Pubblica Velletri